INTRODUZIONE ALLA LETTERA DI PAOLO AI CRISTIANI DI ROMA
Caratteristiche principali
Questa lettera contiene la riflessione
più ampia e sistematica che conosciamo dell'apostolo Paolo. Egli
concentra il suo insegnamento su un grande tema: la situazione degli uomini di
fronte a Dio. Ecco il suo pensiero: tutti i pagani sono immersi
nell'incredulità e nel peccato, la loro esistenza è un fallimento.
Anche gli Ebrei sono in una situazione di peccato, perché danno enorme
importanza alla legge di Mosè, ma mostrano ogni giorno di non saperla
rispettare. La via dei pagani e la via degli Ebrei non conducono alla condizione
di uomini giusti, cioè ad avere una giusta relazione con Dio. La
giustizia, cioè l'essere riabilitati e messi in una giusta relazione con
Dio (vedi note a 1, 17 e 3, 26), è per l'uomo un dono di Dio: l'uomo
infatti può soltanto accoglierla con un gesto di fede. Su questa via
della fede Paolo ricorda che l'esempio più antico e solenne rimane quello
di Abramo.
Per mettere gli uomini in una giusta
relazione con sé, Dio ha mandato Gesù come Messia. Gesù ha
rinnovato la condizione umana, è stato per noi un nuovo Adamo, opposto al
primo. Ora, per chi ha fede in lui, l'esistenza assume un altra dimensione: la
legge di Mosè non ha più valore, regna invece la legge dello
Spirito di Dio; al timore è subentrata l'esaltante certezza di essere
avvolti dall'amore di Dio, più forte di ogni difficoltà e di ogni
dolore.
Particolarissima, in questa nuova
realtà, è la situazione in cui è venuto a trovarsi il
popolo ebraico, popolo eletto, privilegiato da Dio, ma che non ha accolto il
Messia Gesù. Tuttavia, senza saperlo, il popolo d'Israele con la sua
chiusura ha reso più facile l'ingresso dei credenti di origine pagana
nell'unico grande popolo di Dio. Nessuno può dire che gli Israeliti sono
maledetti e lontani da Dio... Anzi! Paolo dice e spera che un giorno Israele
troverà misericordia (11, 31s).
La vita
cristiana che Paolo descrive è come una continua azione di culto, gradito
a Dio: i nuovi credenti non si rendono schiavi della mentalità di questo
mondo; pur vivendo in tanti modi diversi, rimangono sempre nell'unità e
nell'amore vicendevole; sono cittadini ubbidienti; sono attenti e sensibili alle
necessità del prossimo, sobri e
vigilanti.
Primi lettori
Sono i cristiani di Roma. Non sappiamo
bene come sia nata questa comunità. Pare (capitolo 16) che i credenti di
Roma siano in parte venuti dalla fede ebraica e in parte di origine pagana. Ma
non sappiamo dire quale dei due gruppi sia il più numeroso. Probabilmente
la Chiesa di Roma è nata quando alcuni tra i primi cristiani della
Palestina sono venuti qui e sono stati accolti nella comunità dei molti
Ebrei già residenti. Al tempo di Paolo i cristiani appartengono
soprattutto ai livelli più bassi della società romana: schiavi,
operai, piccoli artigiani e commercianti. Per gente tanto diversa formare una
comunità unita non è una cosa facile. Questo spiega le divisioni e
molti malintesi reciproci che ci sono. La fede cristiana di tutti è
recente, a volte immatura (capitoli
12-15).
Autore
E' l'apostolo Paolo. Egli si rivolge a una comunità che non conosce e che
non ha fondato e neppure ha visitato prima. Scrive a questi cristiani
perché ha il progetto di passare da Roma: dopo aver compiuto grandi
viaggi missionari attraverso tutta l'Asia Minore e la Grecia, ora vorrebbe
andare verso occidente, fino alla Spagna. Forse ha intenzione di scegliere Roma
come base per la sua futura predicazione del vangelo a tutti i pagani. Quando
scrive si trova probabilmente nella città di Corinto, in Grecia;
probabilmente è la primavera dell'anno
57.
Schema
-
Introduzione e tema centrale 1, 1-17
- Tutti
hanno bisogno di salvezza 1, 18-3, 20
- Come Dio
salva 3, 21-4, 25
- La vita nuova di chi è
unito a Cristo 5, 1-8, 39
- Il ruolo d'Israele
nei progetti di Dio 9, 1-11, 36
- La vita
cristiana 12, 1-15, 13
- Saluti e conclusione 15,
14-16, 27
LETTERA AI ROMANI
CAPITOLO 1
SALUTO
1 Vi
scrive Paolo, servo di Gesù Cristo. Dio mi ha scelto e mi ha fatto
apostolo perché porti il suo messaggio di salvezza.
2 Dio, nella Bibbia per mezzo dei suoi profeti,
3 aveva già promesso questo messaggio di
salvezza. Esso riguarda il Figlio di Dio Gesù Cristo, nostro Signore. Sul
piano umano egli è discendente da Davide,
4 ma sul piano dello Spirito che santifica, Dio
lo ha costituito Figlio suo, con potenza, quando lo ha risuscitato dai morti.
5 Da Gesù Cristo io ho ricevuto il dono
di essere apostolo: perché lui abbia gloria, devo portare tutti i popoli
a credere in Dio e a ubbidirgli nella fede.
6-7
Tra questi siete anche voi tutti che vivete a Roma. Dio vi ha amati e chiamati
per appartenere a Gesù Cristo ed essere il suo popolo. Dio nostro padre e
Gesù Cristo nostro Signore diano a voi tutti grazia e
pace.
PAOLO DESIDERA VISITARE I CRISTIANI DI ROMA
8 Prima di tutto, per mezzo di
Gesù Cristo, io ringrazio il mio Dio: perché in ogni parte del
mondo si parla della vostra fede.
9 Dio che io
servo con tutto me stesso annunziando il Figlio suo, sa che dico la
verità e che vi ricordo sempre,
10
instancabilmente, nelle mie preghiere. Sempre io chiedo a Dio di poter
finalmente trovare il modo di venire da voi:
11
perché io ho il desiderio ardente di vedervi e di fare anche voi
partecipi dei doni dello Spirito, che vi rendano ancora più forti.
12 Ma soprattutto Io desidero vedervi,
perché in mezzo a voi anch'io possa sentirmi confortato da quella che
è la vostra e la mia fede.
13 Voglio che
voi sappiate questo, fratelli: già molte volte avevo deciso di venire a
raccogliere anche tra voi qualche buon frutto, come l'ho ottenuto tra altri
popoli; ma fino a ora non mi è stato possibile.
14 Il mio compito è di rivolgermi a
tutti: ai popoli di civiltà greca e agli altri, alla gente istruita e
agli ignoranti;
15 e per quanto dipende da me,
sono pronto ad annunziare il messaggio di Cristo anche a voi che siete in
Roma.
LA POTENZA DEL MESSAGGIO CHE VIENE DA DIO
16 Io non mi vergogno del messaggio del
vangelo, perché è potenza di Dio per salvare chiunque ha fede,
prima l'Ebreo e poi tutti gli altri.
17 Questo
messaggio rivela come Dio, mediante la fede, riabilita gli uomini davanti a
sé. Lo afferma la Bibbia: il giusto per fede
vivrà.
LA SITUAZIONE DEGLI UOMINI SENZA CRISTO
18 Di fatto, l'ira di Dio si
manifesta dal cielo contro tutti gli uomini, perché lo hanno rifiutato e
hanno commesso ogni specie di ingiustizia soffocando la verità.
19 Eppure ciò che si può conoscere
di Dio è visibile a tutti: Dio stesso l'ha rivelato agli uomini.
20 Infatti, fin da quando Dio ha creato il
mondo, gli uomini con la loro intelligenza possono vedere nelle cose che egli ha
fatto le sue qualità invisibili, ossia la sua eterna potenza e la sua
natura divina. Perciò gli uomini non hanno alcun motivo di scusa:
21 hanno conosciuto Dio, poi si sono rifiutati
di adorarlo e di ringraziarlo come Dio. Si sono smarriti in stupidi ragionamenti
e così non hanno capito più nulla.
22 Essi, che pretendono di essere sapienti, sono
impazziti:
23 adorano immagini dell'uomo
mortale, di uccelli, di quadrupedi e di rettili, invece di adorare il Dio
glorioso e immortale.
24 Per questo, Dio li ha
abbandonati ai loro desideri: si sono lasciati andare a impurità di ogni
genere fino al punto di comportarsi in modo vergognoso gli uni con gli altri;
25 proprio loro che hanno messo idoli al posto
del vero Dio, e hanno adorato e servito quel che Dio ha creato, anziché
il Creatore. A lui solo sia la lode per sempre. Amen.
26 Dio li ha abbandonati lasciandoli travolgere
da passioni vergognose: le loro donne hanno avuto rapporti sessuali contro
natura, invece di seguire quelli naturali.
27
Anche gli uomini, invece di avere rapporti con le donne, si sono infiammati di
passione gli uni per gli altri. Uomini con uomini commettono azioni turpi, e
ricevono così in loro stessi il giusto castigo per questo traviamento.
28 E poiché si sono allontanati nei loro
pensieri da Dio, Dio li ha abbandonati, li ha lasciati soli in balia dei loro
pensieri corrotti, ed essi hanno compiuto cose orribili.
29 Sono ormai giunti al colmo di ogni specie di
ingiustizia e di vergognosi desideri. Sono avidi, cattivi, invidiosi, assassini.
Litigano e ingannano. Sono maligni, traditori,
30 calunniatori, nemici di Dio, violenti,
superbi, presuntuosi, inventori di mali, ribelli ai genitori.
31 Sono disonesti e non mantengono le promesse.
Sono senza pietà e incapaci di amare.
32
Eppure sanno benissimo come Dio giudica quelli che commettono queste colpe: sono
degni di morte. Tuttavia, non solo continuano a commetterle, ma anche si
rallegrano con tutti quelli che si comportano come
loro.
CAPITOLO
2
NESSUNO E' INNOCENTE
1-2 Noi sappiamo che Dio pronunzia una
giusta condanna contro quelli che si comportano in questo modo. Perciò,
chiunque tu sia, che giudichi gli altri, non hai nessuna scusa: mentre giudichi
gli altri condanni te stesso, perché fai proprio le stesse cose che
condanni.
3 O credi forse di sfuggire al
giudizio di Dio, visto che condanni negli altri quello che tu stesso fai?
4 O forse agisci così, perché
disprezzi la grande bontà, la tolleranza e la pazienza di Dio? Ma non sai
che Dio usa la sua bontà per spingerti a cambiar vita?
5 Tu invece sei ostinato, e non sei disposto a
cambiar vita. In tal modo attiri su di te la collera di Dio, per il giorno del
castigo nel quale egli si manifesterà per pronunziare la sua giusta
sentenza.
DIO GIUDICA GLI UOMINI
6 Allora Dio pagherà ciascuno
secondo le proprie azioni.
7 Darà vita
eterna a quelli che cercano gloria, onore e immortalità facendo
continuamente il bene;
8 manifesterà
invece la sua collera e la sua indignazione contro quelli che sono egoisti e non
seguono la verità, ma ubbidiscono a tutto ciò che è
ingiusto.
9 Sofferenza e angoscia colpiranno chi
fa il male, prima gli Ebrei e poi tutti gli altri.
10 Ma Dio darà gloria, onore e pace a
quanti compiono il bene, prima agli Ebrei, e poi a tutti gli altri.
11 Dio infatti non fa differenze.
12 Per questo coloro che hanno peccato senza
conoscere la legge di Mosè non saranno giudicati in base a tale legge; ma
coloro che hanno peccato conoscendo la legge di Mosè verranno giudicati
secondo quella legge.
13 Così dinanzi a
Dio sono giusti non quelli che ascoltano la legge, ma quelli che la mettono in
pratica.
14 Certo i pagani non conoscono la
legge data da Dio; ma quando essi compiono ugualmente ciò che la legge
comanda, è come se l'avessero dentro di sé.
15 La loro condotta dimostra che nei loro cuori
è scritto ciò che la legge prescrive. Lo dimostrano la loro
coscienza e i ragionamenti che fanno tra di loro, con i quali, a volte, si
accusano, e a volte si difendono.
16 Tutto
ciò sarà chiaro il giorno in cui Dio, per mezzo di Gesù
Cristo, giudicherà quel che è nascosto nella vita degli uomini.
Questo è il messaggio che io ho ricevuto.
LA COLPA DEGLI EBREI
17 E che dire di te che porti
con orgoglio il nome di ebreo? Ti senti sicuro perché ti appoggi alla
legge di Mosè e sei fiero del tuo Dio.
18
Credi di conoscere la sua volontà e di sapere quel che è meglio
fare, perché ti hanno insegnato la legge.
19 Sei convinto addirittura di essere una guida
per i ciechi, una luce per quelli che sono nelle tenebre,
20 un maestro degli ignoranti e un educatore dei
semplici, perché possiedi la legge che rappresenta per te la sapienza e
la verità.
21 Ma perché tu che
insegni agli altri non insegni a te stesso? Predichi di non rubare, e tu rubi.
22 Dici di non commettere adulterio, e tu sei
adultero. Disprezzi gli idoli, e tu fai affari nei loro templi.
23 Ti vanti della legge, ma tu non l'osservi, e
così offendi Dio.
24 La Bibbia ha davvero
ragione quando afferma: per colpa vostra i non credenti parlano male di Dio.
25 Anche il fatto che tu sia circonciso ha un
senso soltanto se metti in pratica la legge; se invece non la osservi, è
come se tu non avessi mai ricevuto la circoncisione.
26 Perché Dio considera come circonciso
colui che non lo è, ma che di fatto ubbidisce ai precetti della legge.
27 Per questo chi senza essere circonciso sul
corpo adempie la legge, giudicherà te che non la metti in pratica, anche
se la possiedi per iscritto e sei un circonciso.
28 Vero Ebreo non è infatti colui che
appare tale esteriormente, e la vera circoncisione non è un segno
visibile sul corpo:
29 vero Ebreo è colui
che è tale nel suo intimo, e vera circoncisione è quella del
cuore: dipende dallo Spirito di Dio, e non dalla legge scritta. Il vero Ebreo
è lodato da Dio, non dagli
uomini.
CAPITOLO
3
1 Ma allora gli Ebrei hanno ancora dei vantaggi
in confronto agli altri popoli? E la circoncisione è ancora per loro di
qualche utilità?
2 Senz'altro, e per
molti motivi. Anzitutto perché Dio ha affidato le sue promesse al popolo
ebraico.
3 E' vero che alcuni sono stati
infedeli, ma la loro infedeltà può forse impedire che Dio sia
fedele?
4 No di certo! Sia chiaro piuttosto che
l'uomo è infedele, mentre Dio agisce sempre con fedeltà. Lo
afferma la Bibbia:
Tu, o Dio, sarai riconosciuto
giusto
quando
parli.
E quando sarai chiamato in
giudizio
risulterai
vincitore.
5 Qualcuno potrebbe dire: «Se il
male che commettiamo serve a dimostrare che Dio è fedele, allora si
mostra ingiusto quando ci castiga».
6 Ma Dio
non è ingiusto! Altrimenti non sarebbe il giudice del mondo.
7 Qualcuno potrebbe ancora insistere:
«Perché Dio mi condanna come peccatore? Io non faccio altro che
mettere in risalto la fedeltà di Dio e contribuisco alla sua gloria
quando agisco male».
8 Ma allora facciamo il
male perché ne venga un bene! Alcuni parlano male di me e sostengono che
io dico proprio queste cose. Sono falsi ed è giusto che siano
condannati.
TUTTI SONO COLPEVOLI
9 Noi Ebrei abbiamo qualche
superiorità sugli altri? No! Infatti ho dimostrato che tutti sono
peccatori; sia gli Ebrei, sia gli altri uomini.
10 La Bibbia
dice:
Nessun uomo è giusto, nemmeno
uno.
11 Non c'è nessuno che capisca,
nessuno che cerchi
Dio.
12 Tutti hanno smarrito la retta via,
tutti insieme si sono
corrotti.
Non c'è nessuno che faccia il
bene,
neppure
uno.
13 La loro gola è una tomba aperta.
E se parlano
ingannano.
C'è veleno di vipera sulle loro
labbra,
14 e la loro bocca è
piena
di amare
maledizioni.
15 Corrono veloci quando si tratta
di uccidere,
16 e dove passano
lasciano
distruzione e
miseria.
17 Non conoscono la via della
pace
18 e vivono senza alcun timore di
Dio.
19 Tutto questo lo dice la Bibbia e noi
sappiamo che lo dice per coloro che sono sotto il dominio della legge.
Perciò, tutti chiudano la bocca e il mondo intero si riconosca colpevole
davanti a Dio,
20 perché nessuno
potrà essere riconosciuto giusto da Dio in base alle opere che la legge
comanda. La legge serve soltanto a far conoscere ciò che è
male.
E' PER FEDE CHE SI E' GIUSTI DAVANTI A DIO
21-22 Ora viene rivelato quel che la legge
di Mosè e i profeti hanno affermato: Dio riabilita davanti a sé
tutti quelli che credono in Gesù Cristo, e lo fa indipendentemente dalla
legge e senza alcuna distinzione tra gli uomini:
23 perché tutti hanno peccato e sono
privi della presenza di Dio che salva.
24
Perciò, ora siamo nella giusta relazione con Dio perché egli,
nella sua bontà, ci ha liberati gratuitamente per mezzo di Gesù
Cristo.
25-26 Dio infatti ha presentato
Gesù che muore in croce come mezzo di perdono per quelli che credono in
lui. Dio così dimostra che è sempre giusto: sia nel passato
quando, in vista del perdono, tollerava pazientemente i peccati commessi, sia
nel tempo presente, perché ora egli accoglie come suoi coloro che credono
in Gesù.
27 Ci sono ancora motivi per
insuperbirsi? No! Sono stati tutti eliminati, perché non vale più
la legge delle opere ma vale quella della fede.
28 Noi riteniamo infatti che Dio accoglie come
suoi quelli che credono, indipendentemente dalle opere della legge.
29 Dio è forse soltanto il Dio degli
Ebrei? No! Egli è anche il Dio di tutti gli altri popoli.
30 E' chiaro perciò che vi è un
solo Dio che mette nella giusta relazione con sé tutti quelli che
credono, Ebrei e non Ebrei.
31 Ma allora,
mediante la fede, togliamo ogni valore alla legge? No di certo! Anzi diamo alla
legge il suo vero valore
CAPITOLO
4
DIO E ABRAMO
1 Che cosa dobbiamo dire del
nostro antenato Abramo? Che cosa ha ottenuto con le sue sole forze?
2 Se la posizione di Abramo dinanzi a Dio
dipendesse dalle sue opere, egli potrebbe vantarsene. Ma non con Dio.
3 Che cosa dice la Bibbia? Abramo ebbe fiducia
in Dio e per questo Dio lo considerò giusto.
4 Quando uno lavora e riceve una paga questa non
gli è data come regalo, ma perché gli è dovuta.
5 Quando invece un uomo non compie un lavoro ma
crede soltanto che Dio accoglie favorevolmente il peccatore, è per questa
sua fede che Dio lo considera giusto.
6 Anche
Davide proclama beato l'uomo che Dio considera giusto indipendentemente dalle
opere che compie:
7 Beati coloro ai quali
Dio
ha perdonato le
colpe
e cancellato i
peccati.
8 Beato l'uomo al quale il Signore
non mette in conto il
peccato.
9 La gioia del perdono è data
solamente a chi è circonciso, oppure anche a chi non lo è? Abbiamo
appena detto: Abramo ebbe fede in Dio e per questo Dio lo considerò
giusto.
10 Ma quando lo considerò giusto?
Prima che fosse circonciso, o dopo? Prima, quando non lo era ancora.
11 Egli ricevette la circoncisione in seguito,
come segno che Dio lo aveva considerato giusto per la sua fede. Così
Abramo è diventato padre di tutti quelli che credono in Dio senza essere
circoncisi: Dio considera giusti anche loro.
12
Allo stesso modo Abramo è anche il padre di tutti quelli che sono
circoncisi i quali però non si accontentano di questo fatto, ma seguono
l'esempio della fede che Abramo, nostro padre, ha avuto prima di essere
circonciso.
LE PROMESSE DI DIO E LA FEDE
13 Dio promise ad Abramo che i suoi
discendenti avrebbero avuto in eredità il mondo intero. Questa promessa
fu fatta non perché Abramo avesse ubbidito alla legge, ma perché
Dio l'aveva considerato giusto a motivo della sua fede.
14 Se gli eredi fossero quelli che ubbidiscono
alla legge di Mosè, la fede diventerebbe inutile e la promessa di Dio non
avrebbe alcun senso.
15 La legge infatti provoca
la collera di Dio, ma dove non c'è nessuna legge non ci può essere
nemmeno una disubbidienza.
16 Quindi, si diventa
eredi della promessa di Dio perché si ha la fede. L'eredità
è data per grazia. Solo così la promessa è assicurata a
tutti i discendenti di Abramo. Non soltanto a quelli che hanno la legge, ma
anche a quelli che hanno fede, come Abramo. Egli è il padre di tutti noi.
17 Dice infatti la Bibbia: Ti ho fatto diventare
padre di molti popoli. Egli è nostro padre dinanzi a Dio, perché
ha creduto in colui che fa rivivere i morti e chiama all'esistenza le cose che
ancora non esistono.
18 Al di là di ogni
umana speranza, egli credette che sarebbe diventato padre di molti popoli,
perché Dio gli aveva detto: molto numerosi saranno i tuoi discendenti.
19 Abramo aveva allora circa cent'anni e si
rendeva conto che il suo corpo e quello di Sara erano come morti, cioè
ormai incapaci di avere figli. Eppure continuò a credere.
20 Egli non dubitò minimamente della
promessa di Dio, anzi rimase forte nella fede e diede gloria a Dio:
21 pienamente convinto che Dio era in grado di
mantenere ciò che aveva promesso.
22 Ecco
perché Dio lo considerò giusto.
23
Ma non soltanto per lui, la Bibbia dice che lo considerò giusto,
24 ma anche per noi. Anche noi saremo
considerati giusti, perché crediamo in Dio che ha risuscitato dai morti
Gesù nostro Signore.
25 Egli è
stato messo a morte a causa dei nostri peccati, ma Dio lo ha risuscitato per
metterci in rapporto giusto con
sé.
CAPITOLO
5
RICONCILIATI CON DIO
1 Dio dunque ha accolti come suoi noi che
abbiamo creduto. Perciò ora siamo in pace con Dio per mezzo del Signore
nostro Gesù Cristo.
2 Per mezzo suo
possiamo accostarci con la fede a Dio. Ora godiamo della sua bontà, e
siamo orgogliosi della nostra speranza: un giorno Dio ci farà partecipare
alla sua gloria.
3 Ma c'è di più:
nelle sofferenze noi perdiamo il nostro orgoglio, perché sappiamo che la
sofferenza produce perseveranza,
4 la
perseveranza ci rende forti nella prova, e questa forza ci apre alla speranza.
5 La speranza poi non porta alla delusione,
perché Dio ha messo il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito
Santo che ci ha dato.
6 Noi eravamo ancora
incapaci di avvicinarci a Dio, quando Cristo, nel tempo stabilito, morì
per i peccatori.
7 E' difficile che qualcuno sia
disposto a morire per un uomo onesto; al massimo si potrebbe forse trovare
qualcuno disposto a dare la propria vita per un uomo buono.
8 Cristo invece è morto per noi, quando
eravamo ancora peccatori: questa è la prova che Dio ci ama.
9 Ma non basta: ora Dio per mezzo della morte di
Cristo ci ha messi nella giusta relazione con sé; a maggior ragione ci
salverà dal castigo, per mezzo di lui.
10
Noi eravamo nemici suoi, eppure Dio ci ha riconciliati a sé mediante la
morte del Figlio suo; a maggior ragione ci salverà mediante la vita di
Cristo, dopo averci riconciliati.
11 E non
basta! Addirittura possiamo vantarci di quel che siamo di fronte a Dio,
perché ora Dio ci ha riconciliati con sé, per mezzo del Signore
nostro Gesù Cristo.
LE CONSEGUENZE DEL PECCATO DI ADAMO
12 Il peccato è entrato
nel mondo a causa di un solo uomo, Adamo. E' il peccato ha portato con sé
la morte. Di conseguenza, la morte passa su tutti gli uomini, perché
tutti hanno peccato.
13 Prima che Dio facesse
conoscere la legge di Mosè, c'era già il peccato nel mondo. Ora,
dove non vi è legge, non si dovrebbe neppure tener conto del peccato.
14 Eppure, da Adamo fino a Mosè, la morte
ha sempre dominato gli uomini, anche quelli che non avevano disubbidito come
Adamo a un ordine di Dio.
ADAMO E CRISTO
Adamo era la figura di colui
che doveva venire.
15 Ma quale differenza tra il
peccato di Adamo e quel che Dio ci dà per mezzo di Cristo! Adamo da solo,
con il suo peccato, ha causato la morte di tutti gli uomini. Dio invece, per
mezzo di un solo uomo, Gesù Cristo, ci ha dato con abbondanza i suoi doni
e la sua grazia.
16 Dunque, il dono di Dio ha un
effetto diverso da quello del peccato di Adamo: il giudizio provocato dal
peccato di un sol uomo ha portato alla condanna, mentre il dono concesso dopo
tanti peccati ci ha messi nel giusto rapporto con Dio.
17 Certo, la morte ha dominato per la colpa di
un solo uomo; ma ora si ha molto di più: quelli che ricevono l'abbondante
grazia di Dio e sono stati accolti da lui parteciperanno alla vita eterna
unicamente per mezzo di Gesù Cristo.
18
Dunque uno solo è caduto, Adamo, e ha causato la condanna di tutti gli
uomini; così, uno solo ha ubbidito, Gesù Cristo, e ci ha
ristabiliti nella giusta relazione con Dio che è fonte di vita per tutti
gli uomini.
19 Per la disubbidienza di uno solo,
tutti risultarono peccatori; per l'ubbidienza di uno solo, tutti sono accolti da
Dio come suoi.
20 In seguito venne la legge, e
così i peccati si moltiplicarono. Ma dove era abbondante il peccato,
ancora più abbondante fu la grazia.
21 Il
peccato ha manifestato il suo potere nella morte; la grazia manifesta il suo
potere nel fatto che Dio ci accoglie e ci dà la vita eterna per mezzo di
Gesù Cristo, nostro
Signore.
CAPITOLO
6
MORTI AL PECCATO, MA VIVENTI IN CRISTO
1 Quale sarà la conclusione? Che
dobbiamo restare nel peccato affinché sia più abbondante la grazia
di Dio?
2 No di certo! Noi che siamo morti al
peccato, come potremo ancora vivere in esso?
3
Vi siete dimenticati che il nostro battesimo unendoci a Cristo ci ha uniti alla
sua morte?
4 Per mezzo del battesimo che ci ha
uniti alla sua morte, siamo dunque stati sepolti con lui, affinché, come
Cristo è risuscitato dai morti mediante la potenza gloriosa del Padre,
così anche noi vivessimo una nuova vita.
5 Infatti, se siamo stati totalmente uniti a lui
con una morte simile alla sua, Io saremo anche con una risurrezione simile alla
sua.
6 Una cosa sappiamo di certo: quel che
eravamo prima ora è stato crocifisso con Cristo, per distruggere la
nostra natura peccaminosa e liberarci dal peccato.
7 Colui che è morto è libero dal
dominio del peccato.
8 Ma se siamo morti con
Cristo, crediamo che vivremo con lui,
9
perché sappiamo che Cristo, risuscitato dai morti, non muore più:
la morte non ha più potere su di lui.
10
Quando egli morì, morì nei confronti del peccato una volta per
sempre, ma ora vive, e vive per Dio.
11
Così, anche voi, consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, con
Cristo Gesù.
12 Il peccato non abbia
dunque più potere su di voi. Anche se dovete ancora morire non ubbidite
più ai vostri desideri perversi.
13 Non
trasformatevi in strumenti di male al servizio del peccato. Offritevi invece
come strumenti di bene al servizio di Dio, perché siete come uomini che
sono tornati dalla morte alla vita.
14 Il
peccato non avrà più potere su di voi, perché non siete
più sotto la legge, ma sotto la
grazia.
AL SERVIZIO DI DIO CHE SALVA
15 Ma che cosa faremo? Ci metteremo a
peccare perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la grazia?
Sarebbe assurdo!
16 Sapete benissimo che se vi
mettete al servizio di qualcuno, dovete ubbidirgli e diventare suoi schiavi: sia
del peccato che conduce alla morte, sia di Dio che vi conduce a una vita giusta
dinanzi a lui.
17 Prima, voi eravate schiavi del
peccato; poi, avete ubbidito di tutto cuore all'insegnamento che avete ricevuto.
Perciò ringraziamo Dio
18 perché
non siete più schiavi del peccato, ma siete entrati al servizio di
ciò che è giusto.
19 Sto parlando
con esempi umani, perché possiate capire. Come prima avevate posto voi
stessi al servizio dell'impurità e della malvagità che conducono
alla ribellione contro Dio, così, ora, mettetevi al servizio di quel che
è giusto per vivere una vita santa.
20-21
Infatti, quando eravate schiavi del peccato ed estranei al volere di Dio, che
cosa ne avete ricavato? Una vita che vi conduceva alla morte e della quale vi
vergognate;
22 ora, invece, liberati dalla
schiavitù del peccato, siete passati al servizio di Dio: il risultato
è una vita che piace a Dio, e il traguardo è la vita eterna.
23 Perché il peccato ci ripaga con la
morte, Dio invece ci dona la vita eterna mediante Cristo Gesù, nostro
Signore.
CAPITOLO
7
LIBERI DALLA LEGGE
1 Fratelli, voi conoscete bene le leggi e
sapete certamente che la legge ha potere sull'uomo soltanto mentre egli è
in vita.
2 La donna sposata, per esempio,
è legata dalla legge al marito finché egli vive. Ma se il marito
muore, la donna è sciolta dalla legge che la legava a lui.
3 In base a questo principio, la donna è
considerata adultera se va con un altro uomo quando il marito è ancora in
vita; ma se questi muore, è libera per quel che riguarda la legge, e non
è più adultera se va con un altro uomo.
4 Qualcosa di simile accade per voi, fratelli
miei. Voi siete morti nei confronti della legge di Mosè, perché
siete stati uniti a Cristo nella sua morte. Perciò ora voi appartenete a
colui che è risuscitato dai morti, affinché la vostra vita sia
ricca di opere gradite a Dio.
5 Quando infatti noi vivevamo seguendo i nostri desideri, la legge stimolava passioni malvagie
che ci facevano agire in modo da portarci alla morte.
6 Ma ora siamo morti nei confronti della legge
che ci teneva in suo potere: non siamo più al suo servizio. Perciò
serviamo Dio non più secondo il vecchio sistema che era fondato sulla
legge scritta ma in modo nuovo, guidati dallo
Spirito.
LEGGE E PECCATO
7 Dobbiamo forse concludere che la legge
è peccato? No di certo! La legge però mi ha fatto conoscere che
cos'è il peccato. Per esempio, io ho saputo che era possibile desiderare
cose cattive, perché la legge ha detto: non desiderarle.
8 Il peccato allora, da quel comandamento, ha
preso l'occasione per far nascere in me malvagi desideri di ogni specie. Invece,
dove non c'è la legge, il peccato è senza vita;
9 e io prima vivevo senza la legge, ma quando
venne il comandamento, allora il peccato prese vita,
10 e io morii. Così il comandamento che
doveva condurmi alla vita, nel mio caso mi ha condotto alla morte.
11 Il peccato infatti ha colto l'occasione
offerta dal comandamento, mi ha sedotto e mi ha fatto morire per mezzo dello
stesso comandamento.
12 Di per sé, la
legge è santa e il comandamento è santo, giusto e buono.
13 Quel che è buono sarebbe dunque
diventato per me causa di morte? No! E' il peccato che causa la morte: si
è manifestato per quel che realmente è, si è mostrato in
tutta la sua violenza per mezzo di una cosa buona, servendosi cioè del
comandamento.
L'UOMO DOMINATO DAL PECCATO
14 Noi certo sappiamo che la legge
è spirituale. Ma io sono un essere debole, schiavo del peccato.
15 Difatti non riesco nemmeno a capire quel che
faccio: non faccio quel che voglio, ma quel che odio.
16 Però se faccio quel che non voglio,
riconosco che la legge è buona.
17 Allora
non sono più io che agisco, è invece il peccato che abita in me.
18 So infatti che in me, in quanto uomo
peccatore, non abita il bene. In me c'è il desiderio del bene, ma non
c'è la capacità di compierlo.
19
Infatti io non compio il bene che voglio, ma faccio il male che non voglio.
20 Ora, se faccio quel che non voglio, non sono
più io ad agire, ma il peccato che è in me.
21 Io scopro allora questa contraddizione: ogni
volta che voglio fare il bene, trovo in me soltanto la capacità di fare
il male.
22 Nel mio intimo io sono d'accordo con
la legge di Dio,
23 ma vedo in me un'altra
legge: quella che contrasta fortemente la legge che la mia mente approva, e che
mi rende schiavo della legge del peccato che abita in me.
24-25 Eccomi dunque, con la mente, pronto a
servire la legge di Dio, mentre, di fatto, servo la legge del peccato. Me
infelice! La mia condizione di uomo peccatore mi trascina verso la morte: chi mi
libererà? Rendo grazie a Dio che mi libera per mezzo di Gesù
Cristo, nostro Signore.
CAPITOLO
8
L'OPERA DELLO SPIRITO
1 Ora dunque non c'è più
nessuna condanna per quelli che sono uniti a Cristo Gesù.
2 Perché la legge dello Spirito, che
dà la vita per mezzo di Cristo Gesù, mi ha liberato dalla legge
del peccato e della morte.
3 Per togliere il
peccato, Dio ha mandato suo Figlio in una condizione simile alla nostra di
uomini peccatori, e ha condannato il peccato. In questo modo Dio ha compiuto
quel che la legge di Mosè non poteva ottenere, a causa della debolezza
umana;
4 e noi ora possiamo adempiere quel che
la legge comanda, e lo possiamo perché non viviamo più nella
nostra debolezza, ma siamo fortificati dallo Spirito.
5 Quanti si lasciano guidare dallo Spirito si
preoccupano di quel che vuole lo Spirito. Quanti si lasciano guidare dalla
propria debolezza cercano di soddisfare il loro egoismo.
6 Seguire l'egoismo conduce alla morte, seguire
lo Spirito conduce alla vita e alla pace.
7
Perché quelli che seguono le inclinazioni dell'egoismo sono nemici di
Dio, non si sottomettono alla legge di Dio: non ne sono capaci.
8 Essi non possono piacere a Dio, perché
vivono secondo il proprio egoismo.
9 Voi,
però, non vivete così: vi lasciate guidare dallo Spirito,
perché lo Spirito di Dio abita in voi. Ma se qualcuno non ha lo Spirito
donato da Cristo, non gli appartiene.
10 Se
invece Cristo agisce in voi, voi morite, sì, a causa del peccato, ma Dio
vi accoglie e il suo Spirito vi dà vita.
11 Se lo Spirito di Dio che ha risuscitato
Gesù dai morti abita in voi, lo stesso Dio che ha risuscitato Cristo dai
morti darà la vita anche a voi, sebbene dobbiate ancora morire, mediante
il suo Spirito che abita in voi.
12 Fratelli,
noi siamo dunque impegnati non a seguire la voce del nostro egoismo, ma quella
dello Spirito.
13 Se seguite la voce
dell'egoismo, morirete; se invece, mediante lo Spirito, la soffocherete, voi
vivrete.
14 Infatti quelli che si lasciano
guidare dallo Spirito di Dio sono figli di Dio.
15 E voi non avete ricevuto in dono uno spirito
che vi rende schiavi o che vi fa di nuovo vivere nella paura, ma avete ricevuto
lo Spirito di Dio che vi fa diventare figli di Dio e vi permette di gridare
"Abbà", che vuol dire "Padre", quando vi rivolgete a Dio.
16 Perché lo stesso Spirito ci assicura
che siamo figli di Dio.
17 E dal momento che
siamo suoi figli, parteciperemo anche dell'eredità che Dio ha promesso al
suo popolo: saremo eredi insieme con Cristo perché, se soffriamo con lui,
parteciperemo anche con lui alla gloria.
LA GLORIA FUTURA
18 Io penso che le sofferenze del
tempo presente non siano assolutamente paragonabili alla gloria che Dio ci
manifesterà.
19 Tutto l'universo aspetta
con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà il vero volto dei
suoi figli.
20 Il creato è stato
condannato a non aver senso, non perché l'abbia voluto, ma a causa di chi
ve lo ha trascinato. Vi è però una speranza:
21 anch'esso sarà liberato dal potere
della corruzione per partecipare alla libertà e alla gloria dei figli di
Dio.
22 Noi sappiamo che fino a ora tutto il
creato soffre e geme come una donna che partorisce.
23 E non soltanto il creato, ma anche noi, che
già abbiamo le primizie dello Spirito, soffriamo in noi stessi
perché aspettiamo che Dio, liberandoci totalmente, manifesti che siamo
suoi figli.
24 Perché è vero che
siamo salvati, ma soltanto nella speranza. E se quel che si spera si vede, non
c'è più speranza, dal momento che nessuno spera in ciò che
già vede.
25 Se invece speriamo in
ciò che non vediamo ancora, lo aspettiamo con pazienza.
26 Allo stesso modo, anche lo Spirito viene in
aiuto della nostra debolezza, perché noi non sappiamo neppure come
dobbiamo pregare, mentre lo Spirito stesso prega Dio per noi con sospiri che non
si possono spiegare a parole.
27 E' Dio, che
conosce i nostri cuori, conosce anche le intenzioni dello Spirito che prega per
i credenti come Dio vuole.
28 Noi siamo sicuri
di questo: Dio fa tendere ogni cosa al bene di quelli che lo amano,
perché li ha chiamati in base al suo progetto di salvezza.
29 Da sempre li ha conosciuti e amati, e da
sempre li ha destinati a essere simili al Figlio suo, così che il Figlio
sia il primogenito fra molti fratelli.
30 Ora,
Dio che da sempre aveva preso per loro questa decisione, li ha anche chiamati,
li ha accolti come suoi, e li ha fatti partecipare alla sua
gloria.
LA GRANDEZZA DELL'AMORE DI DIO
31 Che cosa diremo dunque di fronte a questi
fatti? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
32 Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma
lo ha dato per tutti noi; perciò, come potrebbe non darci ogni cosa
insieme con lui?
33 E chi potrà mai
accusare quelli che Dio ha scelti? Nessuno, perché Dio li ha perdonati.
34 Chi allora potrà condannarli? Nessuno,
perché Gesù Cristo è morto. Anzi, egli è
risuscitato, e ora si trova accanto a Dio, dove sostiene la nostra causa.
35 Chi ci separerà dall'amore di Cristo?
Sarà forse il dolore o l'angoscia? La persecuzione o la fame o la
miseria? I pericoli o la morte violenta?
36
Perciò la Bibbia dice:
Per causa tua siamo
messi a morte
ogni
giorno
e siamo trattati come
pecore
portate al
macello.
37 Ma in tutte queste cose noi otteniamo
la più completa vittoria, grazie a colui che ci ha amati.
38 Io sono sicuro che né morte né
vita, né angeli né altre autorità o potenza celeste,
né il presente né l'avvenire,
39
né forze del cielo né forze della terra, niente e nessuno ci
potrà strappare da quell'amore che Dio ci ha rivelato in Cristo
Gesù, nostro Signore.
CAPITOLO
9
DIO E IL POPOLO D'ISRAELE
1 Non racconto bugie e quel
che dico è vero, perché appartengo a Cristo. La mia coscienza
guidata dallo Spirito, testimonia che dico la verità.
2 C'è in me una grande tristezza e una
continua sofferenza.
3 Vorrei essere io stesso
maledetto da Dio, separato da Cristo, se ciò potesse aiutare i miei
fratelli, quelli del mio stesso popolo.
4 Essi
sono Israeliti, Dio li ha scelti come figli e a essi ha manifestato la sua
gloriosa presenza. Con loro, Dio ha concluso i suoi patti e a loro ha dato la
legge, il culto e le promesse.
5 Essi sono i
discendenti dei patriarchi e da loro, sul piano umano, proviene il Cristo che
è Dio e regna su tutto il creato. Sia benedetto in eterno.
Amen.
DIO SCEGLIE CHI VUOLE
6 La parola di Dio non ha fallito in nessun
modo. Perché non tutti i discendenti di Giacobbe sono il vero popolo
d'Israele,
7 e non tutti i discendenti di Abramo
sono veri figli d'Abramo. Anzi, Dio ha detto ad Abramo: Per mezzo di Isacco tu
avrai discendenti.
8 Questo significa che non
sono considerati figli di Dio quelli generati naturalmente, ma quelli nati in
seguito alla promessa.
9 La promessa è
questa: Ritornerò fra un anno e Sara avrà un figlio.
10 E non basta! C'è anche il caso di
Rebecca. Rebecca ebbe da Isacco, nostro antenato, due gemelli.
11-13 Quando non erano ancora nati e non avevano
ancora fatto nulla, né di bene né di male, Dio disse a Rebecca: Il
maggiore servirà il minore. Proprio come dice la Bibbia: Ho scelto
Giacobbe e non Esaù. Ciò dimostra che Dio ha il suo progetto per
scegliere gli uomini: la sua scelta non dipende dalle loro opere, ma da lui che
chiama.
14 Dovremmo dunque affermare che Dio
è ingiusto? No di certo!
15 Perché
egli dice a Mosè:
Avrò pietà
di chi vorrò aver pietà;
e
avrò compassione
di chi vorrò aver
compassione.
16 Tutto dipende da Dio che ha
misericordia, e non da ciò che l'uomo vuole o si sforza di fare.
17 Nella Bibbia Dio dice al faraone: Proprio per
questo ti ho fatto diventare re, per mostrare in te la mia potenza e far
conoscere il mio nome su tutta la terra.
18 Dio
ha dunque pietà di chi vuole, e indurisce il cuore a chi
vuole.
DIO AGISCE CON MISERICORDIA
19 A questo punto qualcuno
potrebbe dirmi: ma allora perché Dio ci rimprovera, dal momento che
nessuno può andare contro la sua volontà?
20 Ma chi credi di essere tu, o uomo, che vuoi
contestare Dio? Dice forse il vaso di argilla a colui che l'ha plasmato:
perché mi hai fatto così ?
21 Con
lo stesso impasto, il vasaio fa quel che vuole: può fare sia un vaso di
valore e sia un vaso più comune.
22-23
Dio, volendo, avrebbe potuto mostrare la sua collera, ha invece sopportato con
molta pazienza coloro che meritavano il suo castigo e la distruzione. Inoltre ha
fatto conoscere quanto è grande e potente la sua misericordia: ci ha
preparati per la sua gloria,
24 noi che egli ha
scelto tra gli Ebrei e tra gli altri popoli.
25
Come Dio dice nel libro del profeta Osea:
Io
chiamerò "mio popolo" coloro che
non sono
il mio popolo
e "nazione amata" quella
che
non era
amata.
26 E avverrà che nel luogo stesso
dove fu detto
loro:
"voi non siete mio
popolo"
li saranno chiamati "figli del Dio
vivente".
27 Per quanto riguarda Israele il
profeta Isaia esclama:
Se anche i figli
d'Israele
fossero tanto
numerosi
quanto i grani della sabbia del mare,
solo un piccolo resto sarà salvato.
28 Il Signore realizzerà
appieno
e rapidamente questa sua parola sulla
terra.
29 Lo stesso Isaia ha ancora
predetto:
Se il Signore Dio dell'Universo
non ci avesse lasciato una discendenza,
avremmo fatto la fine della città di
Sòdoma,
saremmo stati
distrutti
come la città di
Gomorra.
GESÙ CRISTO PIETRA DI INCIAMPO
30 Ecco dunque la nostra
conclusione: gente, che non era del popolo d'Israele e che non aveva fatto nulla
per mettersi a posto con Dio, è stata messa da Dio stesso in quella
giusta relazione con lui che viene dalla fede.
31 Israele invece, che cercava di mettersi a
posto con Dio con l'osservanza della legge, non c'è riuscito.
32 Perché? Perché Israele non si
fondava sulla fede, ma sulle opere. Così ha urtato nella pietra di
inciampo
33 di cui Dio dice nella Bibbia:
Ecco, io pongo sul monte Sion
una pietra d'inciampo,
un sasso che fa cadere.
Ma chi crede in lui non sarà
deluso.
CAPITOLO
10
1 Fratelli, io desidero con tutto il cuore e
domando a Dio che gli Ebrei siano salvati.
2
Posso infatti testimoniare che essi sono pieni di zelo per Dio, ma il loro zelo
non è guidato da una giusta conoscenza.
3
Essi non hanno capito che Dio mette egli stesso gli uomini nel giusto rapporto
con sé, e hanno cercato di arrivarci da soli. Per questo non si sono
sottoposti a Dio che salva in Cristo.
4 Cristo
è lo scopo e la fine della legge di Mosè; perciò, chiunque
crede, è posto nella giusta relazione con
Dio.
LA SALVEZZA E' PER TUTTI
5 Così Mosè descrive la
salvezza mediante la legge: L'uomo che la mette in pratica vivrà.
67 Riguardo alla salvezza che viene dalla fede
invece dice: Non chiederti se è necessario salire in cielo e scendere
nell'abisso, perché Cristo è sceso dal cielo ed è
risuscitato dai morti.
8 Come la Bibbia dice che
la parola è vicino a te, sulla tua bocca e nel tuo cuore, così
è l'annunzio della fede che noi predichiamo.
9 Se, nel tuo cuore, credi che Dio ha
risuscitato Gesù dai morti e, con la tua voce, dichiari che Gesù
è il Signore, sarai salvato.
10 Chi crede
veramente, Dio lo accoglie; chi proclama la propria fede sarà salvato.
11 Infatti la Bibbia dice: Ma chi crede in lui
non sarà deluso.
12 Non vi è
perciò differenza fra chi è Ebreo e chi non lo è,
perché il Signore è lo stesso per tutti, immensamente generoso
verso tutti quelli che lo invocano.
13 Afferma
infatti la Bibbia: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà
salvato.
LA FEDE NASCE DALL'ANNUNZIO DI CRISTO
14 Ma come potranno invocare
il Signore, se non hanno creduto? E come potranno credere in lui, se non ne
hanno sentito parlare? E come ne sentiranno parlare, se nessuno lo annunzia?
15 E chi lo annunzierà, se nessuno
è inviato a questo scopo? Come dice la
Bibbia:
Quanto è bello veder
giungere
chi porta buone
notizie!
16 Ma non tutti hanno ubbidito alla
parola del Signore. Lo dice Isaia: Signore, chi ha creduto al nostro annunzio?
17 La fede dipende dall'ascolto della
predicazione, ma l'ascolto è possibile se c'è chi predica Cristo.
18 Ora io mi domando: il popolo d'Israele non ha
forse udito l'annunzio dei
messaggeri?
Anzi:
La
loro voce s'è fatta udire su tutta la
terra
e la loro parola fino alle estremità
del mondo.
19 Ma
io insisto ancora: Israele non ha forse capito? Vediamo quello che Dio ha
già detto per bocca di Mosè:
Vi
renderò gelosi di gente
che non è
neppure un popolo,
provocherà il vostro
sdegno
contro gente che non
capisce.
20 E poi giunge perfino a dichiarare nel
libro di Isaia:
Sono stato trovato da coloro
che non mi cercavano,
mi sono fatto conoscere da coloro
che non chiedevano di
me.
21 Parlando invece
d'Israele:
Tutto il giorno ho teso le mani
verso un
popolo
disubbidiente e
ribelle.
CAPITOLO
11
DIO NON HA RESPINTO ISRAELE
1 Ora, io chiedo: Dio ha forse
respinto il suo popolo? No! Io stesso infatti sono Israelita, discendente di
Abramo, della tribù di Beniamino.
2 Dio
non ha respinto il suo popolo che aveva scelto e amato sin dall'inizio. Voi
conoscete certamente quel passo della Bibbia in cui Elia si rivolge a Dio
parlando contro Israele:
3 - Signore, hanno
ucciso i tuoi profeti, hanno demolito i tuoi altari. Io solo sono scampato e
cercano di uccidermi.
4 Ma Dio gli
rispose:
- Mi sono riservato settemila uomini che
non hanno mai adorato il dio Baal.
5
Così, anche nel presente, vi è un certo numero d'Israeliti che Dio
ha scelti per grazia.
6 E se ha agito per grazia
non è a causa delle opere, altrimenti la grazia non sarebbe veramente
tale.
7 Possiamo quindi concludere che il popolo
d'Israele non ha ottenuto quel che cercava, mentre lo hanno ottenuto quelli che
Dio si è scelti. Gli altri invece sono stati resi incapaci di
comprenderlo.
8 Come è scritto nella
Bibbia:
Dio li ha resi insensibili,
ha fatto in modo che avessero
occhi che non vedano
e orecchi che non odano,
fino a oggi.
9 E
Davide dice:
Le loro feste diventino per loro
un laccio e una trappola,
causa di caduta e di giusto
castigo.
10 I loro occhi si oscurino tanto da non
vedere!
Fa' curvare per sempre la loro
schiena.
11 Gli Ebrei hanno inciampato, ma io mi
domando: la loro caduta è definitiva? No di certo! Ma la loro caduta ha
favorito la salvezza degli altri popoli, e questo è avvenuto per spingere
gli Ebrei alla gelosia.
12 Se la loro caduta ha
già arricchito il mondo e il loro fallimento ha avvantaggiato gli altri
popoli, quale maggior beneficio si avrà quando tutti loro accetteranno il
Cristo?
LA SALVEZZA DEI NON EBREI
13 Mi rivolgo ora a voi che
non siete Ebrei, proprio perché sono stato inviato a voi come apostolo.
Cerco di fare onore a questo mio incarico,
14
rendendo gelosi di voi alcuni dei miei connazionali perché accolgano la
salvezza.
15 Se Dio li ha messi da parte per
riconciliare a sé il mondo, che cosa avverrà quando li
accoglierà di nuovo? Sarà veramente un ritorno da morte a vita!
16 Se la primizia del raccolto è
consacrata a Dio, anche il resto gli è consacrato. E se la radice di un
albero è consacrata a Dio, lo sono anche i rami.
17 Ora, Israele è come un ulivo, al quale
Dio ha tagliato alcuni rami. Al loro posto ha innestato te che non sei Ebreo e
che eri come un ulivo selvatico, e ti ha reso partecipe dell'abbondante linfa
che sale dalla radice.
18 Tu però non
pensare di essere superiore ai rami tagliati. Non ti puoi vantare in alcun modo
perché non sei tu che porti la radice, ma la radice porta te.
19 Tu potresti dirmi: quei rami sono stati
tagliati perché io fossi innestato al loro posto.
20 E' vero! Sono stati tagliati per mancanza di
fede, e tu ti sei messo al loro posto perché hai fede. Tu però non
diventare superbo, ma sta' attento,
21
perché Dio, se non ha risparmiato gli Ebrei che sono i rami naturali, non
risparmierà neppure te.
22 Ricorda dunque
come Dio è allo stesso tempo buono e severo. E' stato severo verso quelli
che sono caduti, ma buono verso di te. Rimani perciò fedele alla sua
bontà, altrimenti anche tu sarai tagliato via.
23 E gli altri, ossia gli Ebrei, se non
continuano a rimanere nella loro incredulità, saranno innestati di nuovo:
Dio ha il potere di farlo.
24 Perché Dio,
se ha tagliato te da quell'ulivo selvatico in cui eri cresciuto e, contro ogni
regola di innesto, ti ha inserito sull'ulivo buono, tanto più
potrà innestare di nuovo gli Ebrei sul loro proprio
ulivo.
LA CONVERSIONE D'ISRAELE
25 Fratelli, io voglio farvi
conoscere il misterioso progetto di Dio, perché non diventiate
presuntuosi: una parte d'Israele continuerà nella sua ostinazione fino a
che tutti gli altri popoli non saranno giunti alla salvezza.
26 E così tutto Israele sarà
salvato. Lo dice la Bibbia:
Il Liberatore
verrà da Sion
ed eliminerà la
disubbidienza
dei discendenti di
Giacobbe.
27 Sarà questo il patto che io
farò con loro
quando distruggerò i
loro peccati.
28 Per la predicazione del Vangelo,
a vostro vantaggio, sono diventati nemici: per scelta di Dio, a causa dei loro
padri, restano amici.
29 Dio infatti non ritira
i doni che ha fatto, e non muta parere verso quelli che ha chiamato.
30-31 Come voi nel passato avete disubbidito a
Dio, così ora Israele. Ma Dio, ora, malgrado la disubbidienza d'Israele,
ha avuto misericordia di voi per usare poi misericordia anche verso di loro.
32 Dio ha rinchiuso tutti gli uomini nella
disubbidienza, per concedere a tutti la sua
misericordia.
INNO ALLA SAPIENZA DI DIO
33 O Dio, come è immensa la tua
ricchezza,
come è grande la tua scienza
e la tua saggezza!
Davvero nessuno potrebbe conoscere
le tue decisioni,
né capire le tue vie verso la salvezza.
34 Chi mai ha potuto conoscere il tuo pensiero,
o Signore?
e chi
mai ha saputo darti un consiglio?
35 Chi ti ha
dato qualche cosa
per riceverne il
contraccambio?
36 Tutto viene da te, tutto esiste
grazie a te
e tutto tende verso di
te.
A te sale, o Dio, il nostro inno di lode
per sempre.
Amen.
CAPITOLO
12
LA VITA AL SERVIZIO DI DIO
1 Dio ha manifestato la sua misericordia
verso di noi. Vi esorto dunque, fratelli, a offrire voi stessi a Dio in
sacrificio vivente, a lui dedicato, a lui gradito. E' questo il vero culto che
gli dovete.
2 Non adattatevi alla
mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un
completo mutamento della vostra mente. Sarete così capaci di comprendere
qual è la volontà di Dio, vale a dire quel che è buono, a
lui gradito, perfetto.
3 Per la grazia che mi
è stata data, dico a ciascuno di voi di non sopravvalutarsi, ma di
valutarsi invece nel modo giusto, secondo la misura della fede che Dio gli ha
dato.
4 In un solo corpo vi sono molte membra,
ma non tutte hanno la stessa funzione.
5 E
così noi, che siamo molti, siamo tutti uniti a Cristo, e siamo uniti agli
altri come parti di un solo corpo.
6 Secondo la
capacità che Dio ci ha dato, noi abbiamo compiti diversi. Se abbiamo
ricevuto il dono di essere profeti, annunziamo la parola di Dio secondo la fede
ricevuta.
7 Se abbiamo ricevuto il dono di
aiutare gli altri, aiutiamoli! Chi ha avuto il dono dell'insegnamento, insegni.
8 Chi il dono di esortare, esorti. Chi dà
qualcosa agli altri, lo faccia con semplicità. Chi ha
responsabilità nella comunità, dimostri cura e diligenza. Chi
aiuta i poveri, lo faccia con
gioia.
L'OPERA DELL'AMORE CRISTIANO
9 Il vostro amore sia sincero! Fuggite
il male, seguite con fermezza il bene.
10
Amatevi gli uni gli altri, come fratelli. Siate premurosi nello stimarvi gli uni
gli altri.
11 Siate impegnati, non pigri; pronti
a servire il Signore,
12 allegri nella speranza,
pazienti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera.
13 Siate pronti ad aiutare i vostri fratelli
quando hanno bisogno, e fate di tutto per essere ospitali.
14 Chiedete a Dio di benedire quelli che vi
perseguitano; di perdonarli, non di castigarli.
15 Siate felici con chi è nella gioia.
Piangete con chi piange.
16 Andate d'accordo tra
di voi. Non inseguite desideri di grandezza, volgetevi piuttosto verso le cose
umili. Non vi stimate sapienti da voi stessi!
17
Non rendete a nessuno male per male. Preoccupatevi di fare il bene dinanzi a
tutti.
18 Se è possibile, per quanto
dipende da voi, vivete in pace con tutti.
19 Non
vendicatevi, carissimi, ma lasciate agire la collera di Dio, perché nella
Bibbia si legge: A me la vendetta, dice il Signore, darò io il
contraccambio.
20 Anzi, se il tuo nemico ha
fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere. Comportati così, e lo
farai arrossire di vergogna.
21 Non lasciarti
vincere dal male, ma vinci il male con il
bene.
CAPITOLO 13
L'UBBIDIENZA ALLE AUTORITA'
1 Ognuno sia sottomesso a chi ha
ricevuto autorità, perché non c'è autorità che non
venga da Dio, e quelle che esistono sono stabilite da Dio.
2 Perciò, chi si oppone
all'autorità si oppone all'ordine stabilito da Dio, e attirerà su
di sé un castigo.
3 Infatti chi agisce
bene non ha paura di chi comanda; chi invece agisce male ha paura. Vuoi non aver
paura delle autorità? Fa' il bene, e le autorità ti loderanno,
4 perché sono al servizio di Dio per il
tuo bene. Ma se fai il male, allora devi temere perché le autorità
hanno realmente il potere di punire: esse sono al servizio di Dio per
manifestare la sua collera verso chi fa il male.
5 Ecco perché bisogna stare sottomessi
alle autorità: non soltanto per paura delle punizioni, ma anche per una
ragione di coscienza.
6 E' la stessa ragione per
cui pagate loro le tasse: difatti, mentre assolvono il loro incarico sono al
servizio di Dio.
7 Date a ciascuno quel che gli
è dovuto: l'imposta, le tasse, il timore, il rispetto: a ciascuno quel
che gli dovete dare.
L'AMORE DEL PROSSIMO
8 Non abbiate debiti con nessuno, salvo
quello dell'amore vicendevole: perché chi ama il prossimo, ha ubbidito a
tutta la legge di Dio.
9 La legge dice: Ama il
tuo prossimo come te stesso. In questo comandamento sono contenuti tutti gli
altri, come: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare.
10 Chi ama il suo prossimo, non gli fa del male.
Quindi, chi ama compie tutta la
legge.
VIVERE NELLA LUCE
11 Voi sapete bene che viviamo in un momento
particolare. E' tempo di svegliarsi, perché la nostra salvezza è
ora più vicina di quando abbiamo cominciato a credere.
12 La notte è avanzata, il giorno
è vicino! Buttiamo via le opere delle tenebre e prendiamo le armi della
luce.
13 Comportiamoci onestamente, come in
pieno giorno: senza orge e ubriachezze, senza immoralità e vizi, senza
litigi e invidie.
14 Non vogliate soddisfare i
cattivi desideri del vostro egoismo, ma piuttosto vivete uniti a Gesù
Cristo, nostro Signore.
CAPITOLO
14
NON GIUDICARE GLI ALTRI
1 Accogliete chi è debole nella fede,
senza criticare le sue Opinioni.
2 Uno, per
esempio, crede di potere mangiare di tutto, invece un altro che è debole
nella fede mangia soltanto verdura.
3 Se uno
mangia di tutto, non disprezzi chi mangia soltanto determinati cibi e, d'altra
parte, costui non condanni chi mangia di tutto, perché Dio ha accolto
anche lui.
4 Chi sei tu, per giudicare uno che
non è tuo servitore? Che egli faccia bene il suo lavoro, o no, riguarda
il suo padrone. Ma lo farà bene, perché il Signore lo sostiene.
5 C'è chi pensa che vi siano giorni
più importanti degli altri, e c'è invece chi li considera tutti
uguali. Quel che importa è che ognuno agisca con piena convinzione.
6 Chi dà importanza a un giorno
particolare lo fa per onorare il Signore, e chi mangia qualsiasi cibo lo fa per
onorare il Signore; tant'è vero che rende grazie a Dio.
7 Nessuno di noi infatti vive per se stesso o
muore per se stesso.
8 Perché se viviamo,
viviamo per il Signore, e se moriamo, moriamo per il Signore. E' così,
sia che viviamo, sia che moriamo, apparteniamo al Signore.
9 Infatti Cristo è morto ed è
tornato in vita per essere il Signore dei morti e dei vivi.
10 Ma tu, perché giudichi tuo fratello? E
tu, perché disprezzi tuo fratello? Tutti dovremo presentarci di fronte a
Dio, per essere giudicati da lui.
11 Com'è
vero che io vivo,
dice il Signore, nella Bibbia,
ognuno si porrà in ginocchio dinanzi a
me,
e tutti riconosceranno a gran voce
la potenza di
Dio.
12 Ognuno di noi dovrà quindi rendere
conto di se stesso a Dio.
13 Smettiamo allora di
giudicarci a vicenda.
NON TURBARE LA FEDE DEI FRATELLI
Non fate nulla che possa essere
occasione di caduta o di scandalo per un vostro fratello.
14 Io sono pienamente convinto, come ha detto il
Signore Gesù, che niente è impuro di per sé. Ma se qualcuno
pensa che una determinata cosa sia impura, per lui lo
è
15 Ora, se tu, per un cibo, sei causa di
tristezza per un tuo fratello, non ti comporti più con amore verso di
lui. Non rovinare, per una questione di cibo, uno per il quale Cristo è
morto.
16 Ciò che è bene per voi
non deve diventare per altri occasione di rimprovero.
17 Perché il regno di Dio non è
fatto di questioni che riguardano il mangiare e il bere, ma è giustizia,
pace e gioia che vengono dallo Spirito Santo.
18
Chi serve a Cristo in questo modo piace a Dio, ed è stimato dagli uomini.
19 Cerchiamo quindi quel che contribuisce alla
pace e all'aiuto reciproco.
20 Non distruggere
l'opera di Dio per una questione di cibi. Certo, ogni cibo può essere
mangiato, ma se qualcuno, mangiando un determinato cibo, causa turbamento a un
fratello, allora fa male.
21 Perciò
è bene non mangiar carne, né bere vino, né fare qualche
altra cosa che possa spingere un fratello ad agire contro la sua fede.
22 La tua personale convinzione conservala per
te stesso dinanzi a Dio. Beato colui che non si sente colpevole nelle sue
scelte.
23 Chi invece mangia certi cibi contro
coscienza è condannato perché non agisce secondo la convinzione
che viene dalla fede. E tutto quel che non viene dalla fede è
peccato.
CAPITOLO
15
AGIRE PER IL BENE DEGLI ALTRI
1 Noi che siamo forti nella fede abbiamo il
dovere di non pensare soltanto a noi stessi, ma di prendere sinceramente a cuore
gli scrupoli di chi è debole nella fede.
2 Ciascuno di noi cerchi di fare quel che piace
al prossimo ed è per il suo bene, per farlo progredire nella fede.
3 Anche Cristo non ha cercato quel che piaceva a
lui. Anzi, come dice la Bibbia: Gli insulti di chi ti insulta mi sono caduti
addosso.
4 Tutto quel che leggiamo nella Bibbia
è stato scritto nel passato per istruirci e tener viva la nostra
speranza, con la costanza e l'incoraggiamento che da essa ci vengono.
5 Dio, il quale soltanto può dare forza e
incoraggiamento, vi dia la capacità di vivere d'accordo tra voi, come
vuole Gesù Cristo.
6 Allora, tutti
d'accordo, a una sola voce, loderete Dio, il Padre di Gesù Cristo, nostro
Signore.
TUTTI GLI UOMINI LODERANNO DIO
7 Accoglietevi quindi l'un l'altro, come
Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio.
8
Cristo si è fatto servitore degli Ebrei, per compiere le promesse che Dio
fece ai patriarchi e dimostrare così che Dio è fedele.
9 Ed è venuto, perché anche i non
Ebrei lodino la bontà di Dio. Dice la
Bibbia:
Per questo ti loderò fra le
nazioni
e canterò inni in tuo
onore.
10 E
ancora:
Nazioni, rallegratevi con il popolo che
Dio ha scelto.
11 E di
nuovo:
Lodate il Signore, voi nazioni tutte,
e tutti i popoli cantino la sua
lode.
12 Anche Isaia
dice:
Verrà il discendente di
Davide.
Sorgerà per essere a capo delle
nazioni.
Gli uomini spereranno in
lui.
13 Dio, che dà speranza, ricolmi di
gioia e di pace voi che credete, e per mezzo dello Spirito Santo accresca la
vostra speranza.
L'IMPEGNO APOSTOLICO DI PAOLO
14 Sono fermamente convinto,
fratelli miei, che voi avete buone disposizioni, siete pieni di conoscenza, e
quindi siete capaci di consigliarvi gli uni gli altri.
15 Tuttavia in alcune parti della mia lettera ho
usato parole forti, come per ricordarvi quel che già conoscevate. L'ho
fatto a motivo dell'incarico che Dio mi ha dato,
16 quello di essere ministro di Cristo
Gesù tra i non Ebrei. Annunziando la parola di Dio, io agisco come un
sacerdote, perché faccio in modo che i non Ebrei diventino un'offerta
gradita a Dio, santificata dallo Spirito Santo.
17 Perciò, unito a Cristo, posso essere
fiero dell'opera di Dio.
18 Quel che io ho detto
è che Cristo si e servito di me per condurre i non Ebrei a ubbidire a
Dio. Lo ha fatto con parole e con opere,
19 con
la potenza di segni miracolosi e con la forza dello Spirito. Partendo da
Gerusalemme e muovendomi in tutte le direzioni sino ai confini dell'Illiria, ho
parlato di Cristo e ho così portato a termine il mio
compito
20 Mi sono però proposto di
portare la parola di Dio dove il nome di Cristo non era ancora conosciuto: non
volevo costruire su un fondamento già posto da altri.
21 E così ho fatto come dice la
Bibbia:
Lo vedranno coloro ai quali
non è stato annunziato,
e capiranno coloro che non ne avevano
mai sentito parlare.
PROGETTI DI PAOLO PER UN VIAGGIO A ROMA
22 Per questo motivo,
più di una volta, mi è stato impossibile venire da voi.
23-24 Ma ora che ho terminato la mia missione in
questi luoghi, conto di recarmi da voi quando passerò per andare in
Spagna, perché già da molto tempo ho il vivo desiderio di
conoscervi. Spero di vedervi nel corso del mio viaggio e di essere aiutato da
voi a proseguirlo. Prima però voglio godere un po' della vostra
compagnia.
25 Ora vado a Gerusalemme,
perché devo compiere un servizio a favore dei credenti di quella
città.
26 Le comunità della
Macedonia e dell'Acaia hanno deciso di fare una colletta per aiutare i poveri
della comunità di Gerusalemme.
27 Hanno
deciso così, anche perché era un loro dovere: infatti i credenti
ebrei hanno dato ai non ebrei i loro beni spirituali, ed è quindi giusto
che questi li aiutino nelle loro necessità materiali.
28 Consegnata ufficialmente questa colletta, e
finito così il mio compito, andrò in Spagna e passerò da
voi a Roma.
29 So che verrò da voi con la
pienezza della benedizione di Cristo.
30 E ora,
fratelli, per il Signor nostro Gesù Cristo e per l'amore che viene dallo
Spirito, vi chiedo di pregare intensamente Dio per me.
31 Pregate che io possa sfuggire agli increduli
della Giudea e che sia bene accolto l'aiuto che porto ai credenti di
Gerusalemme.
32 Allora, se Dio lo vuole,
verrò da voi pieno di gioia, per riposarmi in vostra compagnia.
33 La pace che viene da Dio sia con tutti voi.
Amen.
CAPITOLO
16
RACCOMANDAZIONI E SALUTI PERSONALI
1 Vi raccomando la nostra sorella Febe che
lavora al servizio della chiesa di Cencre.
2
Accoglietela nel nome del Signore, cm e bene che si faccia tra credenti, e
aiutatela in qualsiasi cosa abbia bisogno di voi. Anch'essa ha aiutato molta
gente, e anche me.
3 Salutate Prisca e Aquila,
miei collaboratori nel servizio di Gesù Cristo.
4 Essi hanno rischiato la loro vita per salvare
la mia. Non io soltanto, ma anche tutte le comunità dei credenti non
ebrei devono esser loro grati.
5 Salutate anche
la comunità che si raduna in casa loro. Salutate il mio caro
Epèneto che è stato il primo cristiano nella provincia dell'Asia.
6 Salutate Maria che ha lavorato molto per voi.
7 Salutate Andronico e Giunia, miei parenti che
sono stati in prigione con me. Sono molto stimati tra gli apostoli e sono
diventati cristiani prima di me.
8 Salutate
Ampliato che mi è caro nel Signore.
9
Salutate Urbano, nostro compagno al servizio di Cristo, e il mio caro Stachi.
10 Salutate Apelle che è stato messo alla
prova per la sua fede in Cristo. Salutate la famiglia di Aristòbulo.
11 Salutate il mio parente Erodione. Salutate
quelli della casa di Narciso che credono nel Signore.
12 Salutate Trifèna e Trifòsa che
lavorano per il Signore, e la mia cara Pèrside che pure ha molto lavorato
per lui.
13 Salutate Rufo, degno di lode nel
Signore, e sua madre che è una madre anche per me.
14 Salutate Asincrito, Flegònte, Erme,
Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro.
15 Salutate Filòlogo e Giulia,
Nèreo e sua sorella Olimpas, e tutti i credenti che sono con loro.
16 Salutatevi tra di voi con un fraterno
abbraccio. Tutte le chiese di Cristo vi
salutano.
ESORTAZIONI FINALI
17 Io vi esorto, fratelli, a tenere
d'occhio quelli che creano divisioni e ostacoli tra i credenti, opponendosi
all'insegnamento che avete ricevuto. State lontani da loro,
18 perché essi non servono Cristo, nostro
Signore, ma il loro proprio ventre. Con belle parole e con discorsi
affascinanti, ingannano il cuore delle persone semplici.
19 E' vero che la vostra ubbidienza è
nota a tutti, e io quindi me ne rallegro; ma voglio che voi siate saggi per fare
il bene e siate puri per evitare il male.
20 Dio
che dà la pace schiaccerà presto Satana sotto i vostri piedi. La
grazia di Gesù, nostro Signore, sia con voi.
21 Vi saluta Timòteo, mio collaboratore,
e vi salutano Lucio, Giasone e Sosipatro, miei parenti.
22 Anch'io, Terzo, che ho scritto questa
lettera, aggiungo i miei saluti nel Signore.
23
Vi saluta Gaio, che mi ospita: in casa sua si raduna tutta la comunità.
Vi saluta Erasto, tesoriere della città, e il fratello Quarto.
(24)
LODE A DIO
25 Lodiamo Dio! Egli può fortificarvi
nella fede, secondo la parola di Gesù Cristo che io vi ho annunziato. In
questo messaggio Dio rivela quel progetto segreto che per lunghissimo tempo
aveva tenuto nascosto.
26 Ma ora, per
volontà di Dio, questo segreto è stato rivelato con l'aiuto di
quel che hanno detto i profeti, ed è stato fatto conoscere a tutti i
popoli, perché giungano all'ubbidienza della fede.
27 A Dio, che solo è sapiente, a lui per
mezzo di Gesù Cristo, sia la gloria per sempre.
Amen.